lunedì 30 gennaio 2012

Augusta - Piscina Comunale "Critiche dalla Cittadinanza"

I migliori consulenti per decidere il futuro della Piscina Pubblica di Augusta, sono tutte quelle persone che si sono spese negli sport acquatici e nell'allenare i giovani in quello specchio d'acqua. 
Solo loro sanno quanto è faticoso, duro ma pieno di soddisfazioni questo sport, e a loro spetterebbe poter dire la propria per contribuire a creare un servizio di nuovo soddisfacente e memore dei fasti passati.
Ora, un consiglio comunale, che convocato in maniera straordinaria (la mattina stessa) ha di fretta approvato il nuovo piano, è fatto ovviamente di persone. 
Tutti quelli che hanno detto si, dovrebbero avere il coraggio di dire: 
"Si lo abbiamo approvato per i seguenti motivi!" 
Uscite allo scoperto e date le vostre motivazioni. 
Ognuno si assuma le proprie responsabilità!
fonte: Fabio Gulino

Il governo annuncia la guerra alle auto blu, ma intanto ne compra altre 400!

Ma ve lo ricordate il 13 dicembre 2011 quando il governo ha dichiarato guerra alle "auto blu", o almeno ai privilegi inutili... un dato e una spesa elefantiaca: secondo l'ultimo censimento sono 70.000 le auto blu ancora in circolazione con un costo pazzesco per la pubblica amministrazione, considerando anche autisti e accompagnatori vari. Solo la Lombardia, capofila tra le regioni, ha 200 vetture con uso esclusivo, 230 non esclusivo e 7.100 di servizio! Il governo annunciò l'austerity, i giornali suonarono le fanfare della ritrovata sobrietà. E proprio dieci giorni fa un decreto ha posto dei limiti all'utilizzo delle vetture di servizio, predisponendo una progressiva dismissione dei costi inutili...
Come non detto! L'Italia a volte sembra un favore a chi studia la storia: letto un capitolo li hai letti tutti.

Così il 24 gennaio, sul sito del Ministero dell’economia e sul portale Aquistinretepa.it, compare un bando nel quale si annuncia proprio il contrario, cioé la disponibilità a comprare altre 400 vetture per le amministrazioni che ne faranno richiesta. La base d’asta per le imprese fornitrici è di 9.571.000 euro e il termine per le loro offerte è fissato l’8 marzo. Unico vincolo: la cilindrata sotto i 1600 cv. E se si può pensare che alcune servano a vigili del fuoco e altri settori, però non può non inquietare che fra i colori disponibili sia espressamente indicato il "blu ministeriale" e che le auto saranno a disposizione delle amministrazioni che ne faranno richiesta senza limiti preventivi!
Mentre il ministero predispone quindi un censimento adeguato per individuare i famosi tagli convinto di avere auto in sovrannumero, non si fermano gli acquisti a pioggia coi vecchi sistemi! Insomma sembra proprio che ancora una volta la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra...
fonte: Gianni Certo

Augusta - Sono rimasta per fare qualcosa di buono nella mia terra

Caro signor Sindaco, cara amministrazione, cari consiglieri... quando ho scelto che Augusta sarebbe stato il luogo dove avrei voluto costruire la mia vita futura ho davvero rinunciato alla possibilità di lasciare la Sicilia, con la speranza di poter "fare qualcosa di buono qui", nella mia terra. Questo perchè non sopporto l'idea che giovani capaci, con svariati titoli e con tanta voglia di fare, debbano "emigrare" e portare il loro valore aggiunto altrove. La carenza di diverse tipologie di strutture e servizi, in questa città, è evidente: non abbiamo un impianto sportivo, una piscina, un teatro comunale degno di essere chiamato tale, una biblioteca, spazi per i parcheggi adeguati, dei giardini pubblici curati e, tra i più gravi, abbiamo un ospedale che verrà presto depotenziato dei suoi reparti migliori. Nonostante questo quadro allarmante, il problema più grande è che oggi non sono qui a rivendicare tali mancanze. Sono qui a chiedervi "l'abc" della civiltà e della vivibilità. Sono qui perchè la sera, quando torno a casa, non riesco a vedere neanche la serratura del mio portone perchè per strada è buio pesto. Per non parlare di quanto questa situazione aumenti l'insicurezza di una città che nell'ultimo mese ha visto "svaligiate" parecchie attività commerciali. Sono ancora qui perchè non riesco a trovare un cassonetto libero per buttare l'immondizia, poichè i sacchetti, ormai invadono anche gran parte di piazze e strade. Oltre ai fetori e ai ratti, converrete con me che tutto questo non è certo salubre! Sono qui perchè sogno una città a misura delle mie esigenze e aspettative, ma combatto con una realtà che mi priva anche dei servizi di prima necessità. Luci per la strada, spazzatura adeguatamente raccolta e smaltita, insomma problematiche da "terzo mondo". Detto ciò, senza voler mettere in dubbio il vostro operato, vorrei sapere come potete permettere il perpetuarsi di tali carenze. Ma non provate vergogna per questa città? Probabilmente l'importante per alcuni è indossare la giacca di rappresentanza per presenziare ad inutili conferenze, cerimonie, processioni... mentre questa città affonda inesorabilmente sull'ombra di grandi potenzialità inespresse. Però vi chiedo, prima di parlare di tutte le grandi opere del caso, volete RESTITUIRE UN PO' DI DIGNITA' ALLA MIA CITTA'?
fonte: Serena Tringali

Art. 8 - Cittadini Attivi per l'amministrazione dei Comuni

Esiste una legge l’art 70, che darebbe il potere ai cittadini di fare decadere i sindaci che non attuano l’art 8 della legge 267/2000. 

L’applicazione di questa legge, consentirebbe la partecipazione attiva dei cittadini nelle scelte importanti del proprio comune,  evitando così regimi pseudo-dittatoriali in cui le decisioni importanti sono appannaggio di pochi, soprattutto in settori strategici della vita di una comunità, rifiuti, urbanistica, inceneritori, trasporti, servizi, occupazione, sanità.

L’oscuramento delle regole democratiche è il primo passo verso la criminalizzazione delle regole amministrative poi viene il resto.
lasciando ai soliti noti e ai soliti ignoti il controllo di tutto e tutti.
Ma vediamo la normativa della legge:Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 28 settembre 2000 – Supplemento Ordinario n. 162

Articolo 8 – Partecipazione popolare
1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative epromuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale. I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.


2. Nel procedimento relativo, all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettivedevono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalita’ stabilite dallo statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241.


3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonche’ procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere, altresi’, determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere, altresi’, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.

4. Le consultazioni e i referendum di cui al presente articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali.

5. Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994, n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti.

Ora bisogna pretendere che i Comuni inseriscano nei regolamenti e negli statuti gli strumenti di attuazione dell’ art 8,per promuovere le libere forme associative;per promuovere alla gestione del comune la partecipazione dei cittadini;prevedere le procedure per l’ammissione di proposte petizioni e istanze da parte dei cittadini;consentire i controlli e l’accesso agli atti da parte dei cittadini;prevedere regole per referendum. Prevedere i tempi per le petizioni e istanze,con sanzioni in caso di inadempimento.
fonte: Antonio D'Amico

domenica 29 gennaio 2012

Augusta - Incontro per Informare la Cittadinanza sulle Proteste

I Responsabili delle Proteste Attuatasi nei giorni scorsi ad Augusta Invitano Tutta la Cittadinanza Interessata ad Ulteriori Informazioni sul Proseguimento della Grande Rivoluzione Culturale ad un Incontro che si terrà in Piazza Duomo Lunedì 30 Gennaio 2012 dalle 18.00 alle 19.00

Sicilia mia - Francesco Sabatino

Sicilia mia

Eri bella.
Signora dei mari.
Dalla tua maestà
il grande lago dominavi.
Regina di grandi commerci.
Grande era la tua natura.
Sublime la tua cultura.
Eri bella,
giovane
e vergine signora.
E adesso guarda
come ti sei ridotta:
Una vecchia puttana
dalla mafia corrotta.
Una lurida vecchia
che puzza
di pizzo clientelismo appalti truccati morti ammazzati...
Tuttavia,
nel fondo dell'anima mia,
spero tu possa risorgere
più bella che pria.
Sicilia mia.

Francesco Sabatino

MARIO MONTI E LA MASSONERIA: UNA RELAZIONE PERICOLOSA PER L’ITALIA

Nell’elenco dei 43 massoni italiani che abbiamo pubblicato qualche mese fa (elenco consultabile qui)  il nome di Mario Monti c’era.
Il nostro futuro premier, così ben voluto da tutti, é un massone. Ha preso parte alle riunioni segrete del gruppo Bilderberg numerose volte, fa parte della Commissione Trilaterale (la più potente loggia massonica del mondo) ed é membro della Golden Sachs, la più potente banca d’affari dell’intero pianeta, la grande burattinaia dell’intero mercato finanziario internazionale.
 La massoneria gestisce l’ intera speculazione finanziaria mondiale. La stessa speculazione che ha preso di mira l’Italia e che ci sta facendo sprofondare sempre di più nella recessione.
Mario Monti: Salvatore della Patria o massone doppiogiochista? Avrà più a cuore il suo Paese o la sua loggia massonica? Due interessi pericolosamente contrastanti che confluiscono inquietantemente nella figura del nostro nuovo Capo del Governo.
Il Capo del Governo uscente, l’unico imputato per la crisi economica, in realtà non é il principale artefice della recessione italiana. Lui e le sue fastidiose leggi ad personam, le sue crociate contro quei comunisti dei magistrati e la sua eccessiva fiducia nell’incompetenza reiterata di Tremonti hanno sicuramente contribuito al disastro economico italiano, ma non possono essere le uniche ragioni.


La vera ragione della crisi é la massoneria mondiale. Una cricca di potenti, tanto ricchi da poter creare a piacimento crisi e risanamenti nei conti di una intera nazione. Sono loro che smuovono immense quantità di capitali, che mettono in moto ogni singolo meccanismo speculativo sul mercato finanziario. La morsa che hanno stretto su Gecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ora sta soggiogando l’Italia.
Il fatto che uno di questi massoni si trovi ora alla guida dell’Italia é una situazione davvero molto pericolosa, perchè a loro interessa il crack finanziario del nostro Paese e ora vedremo il perchè.
ANALIZZIAMO IL PROBLEMA:
In questi giorni, ogni volta che il governo prendeva una spallata e iniziava a vacillare pericolosamente, il mercato dava fiducia all’Italia e lo Spread si assestava. Di contro, ad ogni indizio che portava alla stabilità del governo, specie in concomitanza con le dichiarazioni pubbliche di resistenza del Cavaliere, lo Spread volava. É come se il mercato credesse nell’Italia ma non nel suo governo.
É proprio questa la situazione: la massoneria mondiale non gradiva più Silvio Berlusconi. L’ex premier, che ha goduto per tutti gli anni dei suoi mandati dell’appoggio delle logge, era diventato scomodo. Ero uno ostacolo per la “conquista” dell’Italia.
Ecco le tre motivazioni per le quali la massoneria voleva silurare Berlusconi e vuole il tracollo totale della finanza italiana:

PUNTO PRIMO: La politica energetica italiana da’ molto fastidio ai confratelli anglo-ebraici-americani. Il cavaliere, per quanto criticabile sul tutti i fronti, è però riuscito a instaurare rapporti commerciali energetici con Libia e Russia. Ucciso Gheddafi è rimasta soltanto la Russia di Putin, l’E.N.I. é in difficoltà, nessun accordo con il nuovo governo libico é stato ancora intavolato. Attualmente, il 30% dell’E.N.I. è in mano pubblica. Un altro 20% lo possiedono gli investitori anglo-ebraici-statunitensi che tirano le fila del mercato globale e che vogliono mettere le loro avide mani, grazie alla crisi economica creata ad arte, sulle decine di miliardi che una maggiore proprietà dell’E.N.I significhebbe. Se l’Italia affonda, deve svendere le sue azioni. Se le svende, i grandi burattinai ci guadagnano.


PUNTO SECONDO: Con quasi 2500 tonnellate di oro, l’Italia possiede la terza maggior riserva di oro al mondo, dopo Stati Uniti e Germania. Il Fort Knox (precisamente 2.451,80 tonnellate) fa gola a molti. Mettere in ginocchio un paese con le tasche così piene d’oro é il sogno di ogni potente speculatore.

PUNTO TERZO: L’Italia é un paese con un importante patrimonio pubblico. Se l’Italia va male lo deve per forza svendere. I capitali stranieri sono voraci in termine di patrimoni pubblici. Ogni volta che un Paese va male, o é scosso da un accadimento che lo ha fortemente indebolito, gli avvoltoi sono lì, sempre pronti per nutrirsi di dsigrazie (fonte: disinformazione.it)


FOCUS SUL PUNTO TERZO: In Italia una cosa simile é già accaduta nel 1992 e allora vinsero i massoni: a poche settimane dalla strage di Capaci (il 23 maggio 1992), esattamente il 2 giugno 1992 sul Britannia, il panfilo della Regina Elisabetta II, si organizzò un vero e proprio complotto ai danni dell’Italia.
George Soros, Giulio Tremonti, il Direttore generale del Tesoro Mario Draghi, Il Presidente dell’IRI Romano Prodi, il Presidente dell’ENEL Franco Bernabé, il Governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi e il Ministro Beniamino Andreatta, svendettero il patrimonio pubblico ai capitali stranieri come Goldman Sachs, Barings, Warburg e Morgan Stanley.
I nostri B.O.T. Vennero immediatamente declassati dalle agenzie di rating mondiali (indovinate un pò, tra l’altro, nelle mani di chi sono) e lo speculatore ungaro-ebraico George Soros, cercò di impossessarsi di 10.000 miliardi di lire della Banca d’Italia, speculando sterlina contro lira.
Carlo Azeglio Ciampi, per “impedire”, diciamo così, tale speculazione, bruciò le riserve in valuta straniera: 48 miliardi di dollari. Ciampi, per questi suoi servigi sarà premiato con la Presidenza della Repubblica.
Su George Soros indagarono le procure di Roma e Napoli, ma lo strapotere dei suoi amici massoni vinsero ancora una volta e tutte le accuse caddero nel vuoto.
A seguito di questo attacco mirato alla lira, e della sua immediata svalutazione del 30% partì la più grande privatizzazione di Stato a prezzi stracciati (ENEL, ENI, Telecom, ecc.), per opera dei governi Amato (1992-1993) e Prodi (1996-1998). In quel caso la Massoneria si accontentò di una speculazione “mirata”, un colpo all’Italia che sarebbe stato molto lucroso ma non letale per il Bel Paese. Ciò che mi preoccupa é che i loro ingordi stomaci rumina soldi questa volta vogliano mangiare il più possibile, fino a spolpare tutta la carne, facendo affiorare dal sangue le ossa del povero scheletro italico.


Il buon Mario Monti é completamente invischiato con questa gente, ne fa parte, é uno di loro. La sua presenza su panfili reali e negli hotel di super lusso – in cui avvengono le riunioni del Gruppo Bildenberg (nel 2004 anche in Italia, a Stresa, sul Lago Maggiore) – sono documentate e comprovate. Questi avidi porci bramosi di denaro che perseguono biecamente il loro benessere, il loro arricchirsi, il loro lucrare sulla povera gente.
Proprio quei porci che definiscono P.I.I.G.S. (anagramma della parola “porci” in inglese) i cinque paesi più in crisi dell’Unione Europea (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) anche  se in realtà i veri artefici di questa situazione sono loro: Le loro macchinazioni, il loro prender di mira a turno un nuovo Paese dell’Unione, serve solo alle loro squallide speculazioni. I cosiddetti “Pigs”, i maiali, sono semplice carne da macello, da triturare per generare dei guadagni.


Tutto ciò é possibile grazie alla moneta unica d’Europa. La nascita dell’Euro é stata la più grande speculazione massonica della storia. I maiali sono così stati messi in un grande recinto, dal quale é meglio individuabile il più vulnerabile, colui che offrirà meno resistenza alla propria macellazione (guarda caso, gli inglesi, gli europei più potenti nelle logge massoniche, non fanno parte della moneta unica. Il porcello inglese ingrassa fuori dal recinto).
Conosciuti tutti questi retroscena, sei ancora convinto che Mario Monti farà soltanto il bene dell’Italia? io ora ho tanta paura che voglia compiacere quei maiali dei suoi amici.

fonte: ilcorsivoquotidiano.net

CINQUE ANNI PER NOTIFICARE GLI ARRETRATI TARSU

Il 2 agosto 2007 ho ricevuto un avviso semplice, ma numerato, in cui mi viene chiesto di pagare la Tarsu per gli anni 2002, 2003, 2004 e 2005. Fino a oggi non mi è arrivato nessun avviso notificato o per raccomandata. Debbo pagare tutti gli anni, oppure alcuni sono andati in prescrizione? La tassa sui rifiuti dopo quanti anni va in prescrizione?
Il Comune può notificare l’accertamento dei tributi evasi entro la fine del «quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati» (articolo 1, comma 161, legge 27 dicembre 2006, n. 296). La denuncia per l’occupazione iniziata nel 2002 andava presentata al Comune entro il 20 gennaio 2003 (articolo 70 del Dlgs 15 novembre 1993, n. 507), e quindi nessuno degli anni in parola «è andato in prescrizione».L’invito informale a regolarizzare la posizione, non spedito per raccomandata ma per posta semplice, può essere regolarizzato con un nuovo atto fino alla fine del corrente anno.
fonte: casa24.ilsole24ore.com

Bloccato, identificato, portato in commissariato


Apprendere che un cittadino - in questo caso un ragazzo romano di vent'anni, il mio amico Matteo Marini - è stato bloccato, identificato, portato in commissariato e privato della memory card della sua telecamera, solo perché aveva osato rivolgere una domanda al deputato Massimo D'Alema nei pressi di Montecitorio, continua a suscitarmi sdegno e disgusto.
Possano un giorno, tutte queste guardie dell'ego di sepolcri imbiancati, manovalanza ottusa dell'intimidazione, guardarsi allo specchio e capire il nulla che sono.
Buona domenica.
fonte: Piero Ricca

Morto l'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro


L'ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è morto nella notte a Roma. E' quanto viene confermato da fonti parlamentari.

Nato a Novara il 9 settembre 1918, Scalfaro è stato presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.

Scalfaro ha passato praticamente tutta la vita in politica. Lasciata la toga di magistrato, indossata per la prima volta nel 1943, nel '46 fu eletto all'Assemblea Costituente. Da lì ebbe inizio un cursus honorum (nel quale fu più volte sottosegretario e ministro) culminato con il raggiungimento nel 1992, subito dopo la strage di Capaci, in cui a Palermo vennero uccisi i giudici Falcone e Morvillo e gli agenti della scorta, della Presidenza della Repubblica.

All'Assemblea Costituente Scalfaro venne eletto nelle liste Dc, partito nel quale militò sempre. Dall'83 all'87 fu ministro dell'Interno nei due governi Craxi. Venne eletto presidente della Camera nell'aprile 1992 e un mese dopo fu eletto presidente della Repubblica, succedendo a Francesco Cossiga, con i voti espressi da Dc, Psdi, Psi, Pri, Pds, Verdi, Radicali e Rete. Lasciato il Quirinale nel 1999, è stato nominato senatore di diritto a vita.
fonte: ansa.it

Siracusa, lunedì consiglio comunale aperto nel piazzale della stazione ferroviaria

Il consiglio comunale si riunirà lunedì prossimo (30 gennaio), alle 9,30 nel piazzale della stazione per discutere dei tagli ai collegamenti ferroviari imposti da Trenitalia.

Il presidente del consiglio comunale, Edy Bandiera, nel convocare la riunione ha invitato autorità istituzionali, parlamentari e forze sociali.

Era stata la conferenza dei capigruppo, lunedì scorso, a decidere per la riunione aperta, fuori dalla sede istituzionale, accogliendo una proposta avanzata nei giorni scorsi dal consigliere Sergio Bonafede.

Oltre che dell’aspetto infrastrutturale e dei disagi nei collegamenti con il resto dell’Italia per i passeggeri e per le merci, si affronteranno le conseguenze dei tagli e della marginalizzazione del territorio dal punto di vista sociale ed economico.
 fonte: siracusanews.it

sabato 28 gennaio 2012

Canapa Riscoperta: Alternativa Energetica, Alimentazione, Carta, Edilizia, Fibra Tessile, Medicina e Protezione del Suolo. 1000 usi per un’agricoltura sostenibile

Canapa. Una confusione “voluta” l’ha lasciata per decenni nel dimenticatoio. Oggi è tempo di riscoprire una coltura che si presta a mille usi, dall’industria tessile a quello alimentare  

La canapa è una specie di millenario miracolo alimentare, medicinale, tessile, edile, energetico. Potrebbe essere la regina della riconversione ecologica dell’economia. Solo in Italia, ha un mercato potenziale che l’associazione di coltivatori Assocanapa valutò nel 2001 in 300 miliardi di lire, “con la possibile creazione di molte filiere locali” a partire da una materia prima versatile che potrebbe sostituire buona parte dei derivati del petrolio e della nefasta petrolchimica. Dopo decenni di dimenticatoio, da anni le istituzioni italiane e perfino gli organi giudiziari sembrano aver superato la voluta confusione fra cannabis sativa (la varietà di cui stiamo parlando, a uso industriale e alimentare) e cannabis indica (la varietà che ha un alto contenuto del principio attivo tetraidrocannabinolo, Thc, con proprietà psicoattive).

Gli agricoltori -il nostro Paese è un ex produttore di primissimo piano- non sono più considerati criminali, la canapa è una coltura “normale”. Ci si aspetterebbe una nuova stagione di gloria, ma non è (ancora?) così. Nemmeno l’Europa brilla, con un’estensione di appena 20mila ettari coltivati, a fronte dei 24mila ai quali è arrivato il Canada in poco tempo -ne ricava l’olio alimentare con il quale sta invadendo gli Usa, dove la coltivazione è tuttora vietata-. In Europa, l’Italia è ora ferma a 300 miseri ettari coltivati e a pochi impianti di trasformazione. Per anni, è sparito un progetto dopo l’altro: mancava sempre un pezzo nella catena produttiva.



Daniele Re è il più sfiduciato di tutti, tanto da aver abbandonato la partita già anni fa. Marchigiano, con la sua cooperativa Humus si è speso molto come “facilitatore” per un progetto di riconversione industriale redatto da un superesperto e sposato ufficialmente dalla Cgil e dai lavoratori dell’impianto del Poligrafico dello Stato di Foggia, produttore di pasta di cellulosa (il 90% di quella che usano le nostre cartiere è importata). Si trattava di introdurre in quello stabilimento in crisi una linea di produzione di pasta di cellulosa da fibre di canapa coltivate in Italia. Effetto collaterale: salvare 300 posti di lavoro e mettere a coltura almeno 10mila ettari di canapa. Il progetto -ovviamente costoso: 175 miliardi di lire, comunque meno di un sottomarino militare- si perse nelle nebbie delle ristrutturazioni e delle privatizzazioni. Così l’euro è stampato su lino egiziano anziché su canapa europea.



Ma per Daniele il problema vero è un altro: “Se non si capisce che questo sistema economico basato sulla crescita deve cambiare, che occorre una riconversione totale, non c’è spazio nemmeno per la canapa”. “Con incentivi da parte del governo la carta con pasta di cellulosa di canapa italiana potrebbe svilupparsi notevolmente”, sottolinea comunque Margherita Baravalle di Assocanapa, che ha sede a Carmagnola (Torino). Al Consorzio Canapa Italia aderisce un gruppo di aziende che cercano di ricostruire filiere italiane, dalle sementi al campo, dalla prima lavorazione (la “stigliatura”) alla tessitura alla produzione di alimenti e cosmetici fino alla vendita.

Obiettivo: la tracciabilità delle filiere, interamente made in Italy. I soci non vedono nella canapa un’alternativa totalizzante ma piuttosto un importante segmento del mercato. Marilena Zaccarini, amministratrice di Progetti ambiente, specializzata nel prezioso olio e nella farina di canapa, trova che oltre alle difficoltà tecniche (“un conto è dire ‘che bella la canapa ci si può fare di tutto’, un conto è costruire tutti i processi di lavorazione”) ci sia ancora “confusione, scarsa conoscenza, sia fra i consumatori che fra le imprese”.  Intanto si è (ri)costruita la filiera tessile a base di canapa italiana. Ecocanapa gestisce a Comacchio nel ferrarese un impianto di stigliatura nato nel 2004.




È, come spiega Stefano Lolli, “l’anello mancante, quel che serviva per produrre la fibra lunga necessaria alla lavorazione tessile. Il nostro prodotto principale lo vendiamo tutto ad aziende italiane che lo filano. Il resto sono stoppie corte che vendiamo all’estero -in Repubblica Ceca e Spagna ci fanno la pasta di cellulosa- e pellet dal canapulo, a scopi combustibili”. Magnifiche sorti e progressive? Non proprio: l’impianto, costato 10 milioni di euro, potrebbe lavorare la produzione di 1.500 ettari coltivati a canapa e invece gli agricoltori conferenti sono fermi a 300, 400 ettari al massimo. Conviene loro produrre grano, adesso che i prezzi sono alti (non c’è un particolare incentivo Ue per chi coltiva canapa). Di fronte al magro reddito dei coltivatori, quelli di Ecocanapa spiegano: “Non possiamo pagare di più, stiamo studiando piuttosto come aumentare le rese”. Però la coltura è stata “nanizzata” per un problema di lavorazione successiva.

Assocanapa -che punta su filiere locali per l’olio alimentare, l’olio essenziale da infiorescenze e i pannelli per l’edilizia- ha invece pensato di incorporare una prima fase di trasformazione nell’attività agricola, con macchinari alla portata di prezzo di gruppi di coltivatori. Il valore aggiunto sul campo così aumenterebbe. Un prototipo di macchina è stato fatto e adesso l’associazione attende sviluppi istituzionali. Intanto, un gruppo di piccoli Comuni piemontesi si è impegnato ad acquistare pannelli isolanti di canapa per le coibentazioni dei propri uffici.




  • Un’alternativa ecologica

Quasi tutti i materiali e prodotti inquinanti che ci circondano potrebbero essere sostituiti da derivati naturali dalla canapa:

Alimentazione. Olio di canapa, con una percentuale ottima dei preziosi acidi grassi omega 3 e omega 6. Semi di canapa (da cui si ricava anche la farina) ricchissimi in proteine, vitamine e minerali. Birra. Bibite energetiche.
Alternative alla petrolchimica. Solventi non inquinanti per le vernici. Carrozzerie per auto. Plastiche resistenti ma biodegradabili.
Carta per giornali e libri. Prodotti durevoli e resistenti, con rese in fibra per ettaro 4 volte superiori a quella di alberi da cellulosa.
Bioedilizia. Sostituzione non tossica di cemento (il canapolo dagli scarti), mattoni, legno, intonaco, materiali isolanti.
Energia. Si può gassificare lo scarto degli steli per alimentare generatori. L’etanolo di canapa può alimentare motori a scoppio.
Fibre tessili. Tessuti resistenti e sani per i capi di abbigliamento e l’arredo per la casa. Storici le vele, i cordami, le tele per dipingere.
Igiene. Fitocosmesi, saponi, dentifrici.
Medicina. Dalla canapa si estrasse il primo analgesico. La cannabis ha valore terapeutico per molte malattie.
Protezione del suolo. Fitodepurazione dei terreni contaminati da metalli pesanti, fertilizzante e antierosiva. Coltivabile in modo ecologico.


  • Perché “fuorilegge”

“Adotta una pianta per salvare il pianeta” è un progetto lanciato un paio d’anni fa dall’associazione Canapalive di Allumiere per sdoganare la coltura della canapa. L’idea è affidare in adozione, per pochi euro, piante di canapa (nella foto) in vaso non psicoattive, poiché ottenute da seme legale, garantite con punzone sul tronco e certificazione europea sul vaso. Ne sono state distribuite oltre mille, richieste da centinaia di persone. Ovviamente con una o anche dieci piantine in vaso non si aiuta direttamente la ripresa della coltura in Italia, ma si partecipa senza rischi a un’operazione culturale: la reintroduzione nel paesaggio quotidiano di questa pianta attraverso il suo aspetto estetico ornamentale, prima che con gli ultimi anziani contadini si perda anche il ricordo degli immensi campi coltivati a canapa.


  • Una pianta da adottare

Coltivata da millenni, negli anni Trenta la canapa era “matura” per servire come fonte abbondante di materie prime per numerosi settori dell’industria. Già allora, però, si erano consolidati grossi interessi che si contrapponevano a questa coltura amica. Dal petrolio si cominciavano a produrre materiali plastici e vernici, e la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi, con un processo che richiedeva grandi quantità di solventi chimici, forniti dalla industria chimica Du Pont. La Du Pont e la catena di giornali Hearst si coalizzarono. Con una martellante campagna stampa durata per anni la cannabis, chiamata da allora con il nome di marijuana, venne accusata di essere la responsabile di efferati delitti. E nel 1937, negli Usa, venne approvata una legge che proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa (anche se allora l’uso allucinogeno era di fatto sconosciuto).

In Italia la messa al bando arrivò dopo. Fino agli anni 50 il nostro Paese continuò a essere il secondo produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica. Il rifiuto delle faticose tecniche di macerazione (per il mancato investimento in innovazioni risparmia-fatica), l’aumento del costo del lavoro, lo sviluppo dell’industria delle fibre sintetiche, ma soprattutto l’applicazione dell’art. 26 del dl 309/90 (legge antidroga Jervolino-Vassalli), hanno decretato la fine della canapicoltura in Italia.

fonte: informarexresistere.fr




ECCO COME MARIO MONTI STA COSTRUENDO GLI STATI UNITI D'EUROPA:IL PROGETTO DI DITTATURA EUROPEA PROSEGUE...

IL PARLAMENTO ITALIANO HA DATO PIENO MANDATO A MARIO MONTI DI COSTRUIRE GLI STATI UNITI D'EUROPA.L'ITALIA CEDERA' NUOVI PEZZI DI SOVRANITA' E CESSERA' DI ESSERE NAZIONE SOVRANA CON LA SUA STORIA E LA SUA TRADIZIONE.IL PROGETTO DEI BANCHIERI VA AVANTI E PROCEDE VELOCE,BISOGNA SVEGLIARSI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!NON ABBIAMO PIU' LA SOVRANITA' MONETARIA,NE' UN PARLAMENTO SOVRANO,NON POSSIAMO PIU' FARE POLITICHE ECONOMICHE PER LA NOSTRA ITALIA.QUEST'EUROPA VUOLE SOLO I NOSTRI SOLDI PER RIPAGARE I DANNI DEI BANCHIERI!
Mario Monti è lì per costruire l’Europa unita. Politicamente unita, sfruttando le condizioni propizie per la cessione della nostra sovranità. La persegue lui, la persegue Draghi, la persegue la Merkel, Papademos, la perseguono tutti tranne i popoli, che ogni volta cui è stato concesso di esprimersi sul tema hanno bocciato il progetto. Un referendum in Irlanda ha bocciato il Trattato di Lisbona. I referendum francesi e olandesi hanno bocciato la nuova Costituzione Europea. Ogni volta che questo accade, la UE trova un modo nuovo per aggirare la volontà popolare. La Costituzione Europea, gettata dalla finestra, è rientrata dalla porta dentro al Trattato di Lisbona. L’Irlanda è stata costretta a ripetere il referendum e a votare sì. In Grecia, il referendum sull’austerity è stato impedito dalle banche prima ancora di riuscire ad essere indetto. Come dice Nigel Farage: l’Europa conosce solo due risposte possibili alle consultazioni popolari: “Sì” e “Sì, per favore!”.

In Italia un referendum sulla questione è tabù. Nessuno lo chiede. Nessuno lo concede. Il Trattato di Lisbona è stato ratificato dal Parlamento a Ferragosto del 2008, quando la gente era ebbra di vino. Una questione di mera precauzione, quasi inutile. Se lo avessero ratificato in qualsiasi altro giorno sarebbe stato lo stesso: i media avrebbero parlato della Champions o degli acquisti di Natale in forte calo.

Mercoledì scorso, nel silenzio generale, il Parlamento italiano all’unisono ha conferito a Mario Monti il mandato ufficiale di costruire Gli Stati Uniti d’Europa. Un passaggio di consegne dopo le dimissioni del professore dalla Commissione Trilaterale, che lo impegnava allo stesso obiettivo. Nessuno vi ha chiesto niente. Siamo una democrazia rappresentativa, è vero, ma sulle questioni di grande interesse – e questa non può che esserlo – una vera democrazia consulta il popolo. Noi invece siamo considerati incapaci di comprendere. Forse per questo nessun dibattito pubblico è stato alimentato sul tema. Meglio Schettino e i plastici della Concordia.

Le mozioni presentate sono state approvate tutte, tranne quella della Lega Nord. Tutte hanno impegnato il governo a rafforzare i trattati europei e a costruire una unione fiscale, economica e in molti casi anche politica. Ora non possiamo più dire che Monti persegua i suoi obiettivi. Persegue quelli del Parlamento, cioè i vostri. Siete stati unificati a vostra insaputa. Forse è una cosa buona, dopo tutto. Da oggi potrete chiedere due etti di bologna a un salumiere di Berlino senza essere guardati male.

La mozione della Lega chiedeva al Governo di costringere l’EBA, l’autorità bancaria europea, a tornare sui suoi passi per quanto riguarda le norme sulla capitalizzazione che rende povere le nostre banche, con evidenti ricadute sulla nostra economia, e ricche quelle tedesche. Spiego bene cosa significa nel video. Una proposta che ha rimediato 53 sì e 400 no. Al Parlamento italiano non interessa se Unicredit è costretta alla ricapitalizzazione, finendo per addebitala sui nostri conti correnti. Del resto decide il PDL, il partito che era al governo quando l’EBA, nell’assenza totale dell’Italia da ogni tavolo di lavoro, prendeva questa decisione assolutamente iniqua.

Ma è proprio Angelino Alfano, a sorpresa, che dopo avere parlato del “Grande sogno degli Stati Uniti d’Europa”, conferma che questo loro sogno per il popolo si è sempre rivelato un incubo.
“ Presidente del Consiglio, se chiediamo a un nostro concittadino se per lui l’Europa ha un mercato, qualunque nostro concittadino ci risponderebbe che un mercato lo ha; se chiediamo a qualunque nostro concittadino se l’Europa ha una moneta, qualunque nostro concittadino ci risponderebbe che ha una moneta, l’Euro; se chiediamo a qualunque nostro concittadino se l’Europa ha un popolo ed è un popolo, credo che qualunque nostro concittadino ci risponderebbe di no, che l’Europa non ha ancora un popolo. È questo l’insegnamento di questo decennio, l’idea, cioè, che il mercato e la moneta non sono in grado di costruire un popolo. […] E forse anche per questo, quando a ratificare i Trattati sono stati chiamati i Parlamenti, i Trattati sono stati ratificati immediatamente, ma quando a ratificare i Trattati sono stati chiamati i popoli europei con i referendum confermativi l’Europa ha preso e ha subito gran dispiaceri ”.
E subito dopo chiede “la rapida entrata in funzione dell’European stability mechanism (Esm)”, in italiano il MES , “migliorato quanto a modalità di azione e a quantità di risorse”. Come se 125 miliardi di euro da sganciare sull’unghia per gli italiani non fossero già abbastanza, e come se la totale impunità e inviolabilità delle sue sedi e dei documenti personali dei suoi governatori (tra cui Mario Monti) fossero garanzie ancora troppo deboli.

L’Italia dei Valori, viceversa, prima di impegnare il Governo a “un rafforzamento delle politiche di coesione europea con misure e provvedimenti che delineino una vera unione politica del continente”, ci spiega che la crisi iniziata il 7 luglio 2007 con il crollo dei mutui subprime era sostanzialmente una crisi del debito privato, e che dopo l’iniezione di liquidità per oltre 6 mila miliardi di cui hanno beneficiato le banche (ma Bloomberg ha svelato recentemente che solo la FED, di nascosto, ha pompato più di 7700 miliardi di dollari a tutte le istituzioni bancarie americane), queste ultime hanno deciso di reinvestire nei debiti sovrani, che erano più sicuri. “Ma”, aggiunge la mozione presentata da Massimo Donadi, “essendo i tassi pagati dagli Stati molto bassi, si è pensato di operare un attacco speculativo sui debiti sovrani dei Paesi dell’Unione europea ritenuti più deboli, obbligando questi ultimi ad alzare i loro tassi di interesse”.
Erano i tempi del colpo di spread e del “Fate presto!” del Sole 24 Ore. I tempi della fulminea ascesa di Mario Monti. Quelli in cui tutti erano d’accordo che non c’era il tempo di restituire la parola agli elettori. I tempi in cui la crisi indotta rendeva il momento propizio per proseguire nella cessione di parti di sovranità nazionali.

Da 48 ore, in ogni caso, l’Italia ha impegnato il suo presidente del Consiglio a perseguire il “Grande sogno degli Stati Uniti d’Europa”. Ma per non “dare subito gran dispiaceri” alla UE, direbbe Alfano, a voi non è stato detto niente.

E ora prima di salutarci,vi ricordo che disse Monti circa un anno fa sulla crisi e l'Europa.Il concetto base è questo:l'Europa ha bisogno di crisi economiche per poter costringere gli stati a cedere pezzetti di sovranità e rafforzarsi..Ve lo ripeto:i potenti hanno paura della autonomie,perchè l'accentramento gli permette di controllarci tutti come pecorelle!
fonte: free-italy.info

AUGUSTA - SABATO 28 GENNAIO " OFFICINA 19 " SI TINGE DI ROSA ...

PER UN DJ SET TUTTO AL FEMMINILE ... 
SARA' CON NOI " MISS SARAH S. DJ " ...
Sarah... donna dalle mille risorse imprenditrice proprietaria del Cupcakes Mini Shop a Catania, stylist sale e scende da Londra trovando spazio pure per fare la mamma,è la figura femminile che sta oramai emergendo in città nella veste di dj una delle poche che quando la vedi in consolle non rimani attratto solo dall’aspetto fisico ma dalla ecletticità con cui gioca col mixer suonando house & deep house a volte coinvolgendo suoni minimal tipici da club. Ha fatto esperienza tra “Clone Zone”,”Bonù”,”Suruk” (Marzamemi) e “Le Dune” (Portopalo).
Ultimamente si è alternata tra “Mercati Generali” e “Ma” Music Action di Catania ed è stata ospite alla serata “Fonk” del venerdì a La Chiave.

PER INFO E PRENOTAZIONE TAVOLI:

"OFFICINA 19":
- 328 8364065 - 328 0549394 - 333 2613191 - 328 9511104 -

Comunicato Ufficiale dal Movimento dei Forconi

Si è appresa la notizia, sia da alcuni tg, che da testate giornalistiche, che è stato arrestato uno dei leader del Movimento dei Forconi,
IL MOVIMENTO SMENTISCE UFFICIALMENTE CHE SI TRATTI DI UNO DEI LEADER, l'arrestato è un pregiudicato presente ad un presidio.
Invitiamo tutta la stampa a fare i nomi ! Invece di gettare insinuazioni gravi sul Movimento dei Forconi.
Noi siamo abbituati già da anni a questo tipo di informazione (se così la si può definire). L'informazione dovrebbe fare chiarezza ed essere schierata per una corretta divulgazione dei fatti.
E' ovvio che il SISTEMA adesso che inizia a vacillare per via delle numerose adesioni, sia a livello regionale, sia a livello nazionale, tenterà con ogni mezzo, lecito o illecito, a demotivare il popolo.
Invitiamo tutti a prendere coscenza che la lotta non è ancora finita. Numerosi sono gli interessi del '' SISTEMA '' a fermare la rivolta PACIFICA, è ovvio che in molti, con la nostra ''vittoria'' si ritroverebbero senza quei benefici di cui hanno goduto sino ad oggi.
QUINDI INVITIAMO TUTTI A NON CREDERE A QUELLE FALSE E TENDENZIOSE NOTIZIE CHE TENTANO DI SCREDITARE UN MOVIMENTO POPOLARE.
Ci sono i num. di cell, c' è la pagina ufficiale, prendete coscenza che una corretta informazione, fa si che un popolo non sia più manovrabile.
Grazie.
fonte: Aldo Bertolone

Saccheggiata la piscina comunale "Gigi Turchio" Appello degli ex pallanuotisti augustani

Gli amministratori vengono invitati ad impegnarsi per dare vita ad un progetto definitivo per dotare la città un vero impianto sportivo
Quel Che Resta della Piscina
Da anni è chiusa alla pubblica fruizione ma continua ad essere “saccheggiata” e “vandalizzata”. Si tratta della Piscina comunale “Gigi Turchio”. Dopo aver devastato gli uffici e gli spogliatoi, sono stati recentemente presi di mira anche i locali tecnici. Trafugata la caldaia ed altre componenti dell’impianto di riscaldamento. 


Intanto continuano le polemiche in merito all’annunciata intenzione dell’amministrazione comunale di voler ristrutturare l’impianto che verrebbe però sensibilmente ridimensionato e risulterebbe non idoneo ad ospitare gare di pallanuoto e di nuoto se non a livello giovanile.

In merito alla vicenda, che sta suscitando non poche critiche, sono intervenuti gli ex atleti veterani e dirigenti della pallanuoto augustana che hanno annunciato la costituzione di un Circolo e che esprimono la loro profonda delusione, per quella che definiscono “una infelice scelta dell’amministrazione comunale”.

“Sbagliare è umano perseverare è diabolico – dicono gli ex pallanuotisti augustani -. L’adattamento dell’ex cinema all’aperto “Arena Badiazza” a piscina comunale negli anni 80’, fu accettata come soluzione provvisoria, considerando che all’epoca l’unica città della provincia che aveva un vero impianto era Siracusa”.

Lo sport natatorio, canoistico e soprattutto pallanotistico augustano, si è sempre espresso ad alti livelli in ambito regionale, nazionale ed internazionale, ciò sino a quando erano funzionanti le strutture sportive.

Secondo il costituendo Circolo “quella che si vorrebbe riattivare, non sarebbe mai la stessa piscina, infatti non sarebbe possibile omologare la struttura per nessuna disciplina pallanotistica. Quello che è rimasto del vecchio impianto è praticamente inutilizzabile.

Questa non vuole essere una critica inutile o fine a se stessa è invece una reale constatazione dei fatti espressa da chi non è certo estraneo all’argomento ma che invece può suggerire a chi di dovere una soluzione migliore”.

Gli ex atleti e dirigenti concludono con un appello rivolto agli amministratori cittadini affinchè accantonino i fondi destinati alla ristrutturazione della “Gigi Turchio” e li aggiungano a nuovi finanziamenti da richiedere per “dimostrare di volere veramente riscattare l’orgoglio sportivo degli augustani”.

Gli amministratori vengono invitati ad impegnarsi per dare vita ad un progetto definitivo per dotare la città un vero impianto sportivo polivalente, che – dicono “faccia emergere le potenzialità inespresse dei giovani”.
 fonte: giornaledisiracusa.it

La Voce dalla Protesta

ADESSO PENSANO DI RISOLVERE TUTTO CON I MANGANELLI -
CI ARRIVANO SEGNALAZIONI CHE A CALTANISSETTA 
LE FORZE MILITARI HANNO MINACCIATO DI CARICARE I MANIFESTANTI SE NON RIENTRANO NELLE LORO ABITAZIONI -
FATE GIRARE -

Eugenio Salvatore Polizzi

ATTENZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!! LA POLIZIA MINACCIA I DIMOSTRANTI IN SICILIA E PRECISAMENTE A CALTANISSETTA, DICONO: CHE SE NON VANNO VIA LI ATTACCANO E LI VANNO A PRENDERE A CASA LORO, SPARGETE LA NOTIZIA!!!!!!!!!!!!!!!!

Com'è diventato prof.Ordinario Michel Martone, il viceministro che definisce sfigati gli studenti in difficoltà nelle Università italiane

Questo è l'irresistibile destino di Michel Martone, ricercatore di ruolo, e avvocato, a 26 anni; professore associato a 27, professore ordinario a 29 (uno dei 5-6 in Italia a quell'età), consulente della Civit presieduta da suo padre per 40 mila euro, viceministro a 38. Si accettano pronostici...

Una piacevole sorpresa in un paese come l'Italia che sicuramente non è fatto per i giovani. Ma com'è accaduto: mirabolante e inconsueto esempio di meritocrazia o una storia di baronato all'Italiana? Scopriamolo insieme


Roberto Ciccarelli* 


La commissione del concorso che ha promosso Professore Ordinario Michel Martone è presieduta da Mattia Persiani con il quale lo stesso Martone si è già ottimamente laureato... 
Questo è il primo elemento utile per costruire una carriera universitaria di immediato successo: farsi seguire dal relatore di tesi, passo dopo passo, dalla culla (la laurea) perlomeno alla maturità (l’0rdinariato), e molto spesso alla tomba. Ma se questa è di solito la regola in tutto il mondo accademico italiano, tale da non fare più notizia, nel caso di Martone diventa eclatante. Il suo relatore di tesi è anche il presidente della commissione che gli conferisce l’idoneità da ordinario.

Non solo. Francesco Coniglione, ordinario di storia della filosofia a Catania, nel 2009 scrive sul suo blog un ritratto di Martone dove racconta le vicende del concorso del 2003. Sostiene che Martone abbia svolto la sua pratica di avvocato presso lo studio di Persiani. Martone querela Coniglione, gli chiede 60 mila euro, ma perde la causa. Nella sentenza della prima sezione civile del tribunale di Roma si legge che il post La fulminea carriera del Prof. Martone è improntato a:


“stigmatizzare le cd baronie universitarie, ovverosia la prassi da tempo invalsa nell’ambito dei concorsi a cattedra per l’acquisizione del titolo di docente in cui, secondo logiche predeterminate e non necessariamente meritocratiche, i vincitori risultano i candidati “appoggiati” dai docenti più potenti”

C’è poi un secondo elemento per il concorso perfetto. Dalla relazione finale risulta che su 8 concorrenti al prestigioso incarico presso la facoltà di Economia “Richard M. Goodwin” dell’università di Siena, ben 6 hanno ritirato la domanda. Michel è rimasto da solo insieme ad una valente giuslavorista, Franca Bargongelli, all’epoca 52enne, ricercatrice presso la stessa facoltà dal 1983, passata ad associata nel 2000, all’attivo quaranta pubblicazioni.

Bargongelli, come si legge nella relazione, è nota per avere studiato a lungo il mondo del lavoro femminile, e anche per una serie di collaborazioni con la Fiom. Com’era prevedibile, è lei che vince il concorso (5 voti favorevoli) contro i 4 di Martone (che ha 22 anni di meno).

Il giovane rampollo del magistrato dei Cassazione, Antonio, attuale presidente della commissione per la trasparenza della Pubblica Amministrazione (Civit), riceve l’idoneità. Verrà chiamato in cattedra dal suo ateneo di provenienza, Teramo, dove evidentemente lo aspettava la partita stipendiale da ordinario. Una pratica consolidata nel mondo accademico italiano. La gara è chiusa: di solito, in questi concorsi, almeno prima dello tsunami gelminesco, c’era sempre un vincitore e un idoneo. Due posti in palio. Come in questo caso.

Salvo che alcuni dei commissari, Silvana Sciarra e Franco Liso (due tra i più notevoli giuslavoristi italiani), con le pubblicazioni alla mano, e il curriculum scientifico di Michel, non accettano di far finta di nulla, manifestano disagio e fastidio, e scrivono nei loro giudizi qualcosa che Martone conosce. Ma sa che non influiranno sull’esito della prova. Al resto penserà il bon ton accademico. Cosa che regolarmente avviene.

Dalla sommaria analisi delle due monografie scopriamo che all’epoca del concorso Michel aveva pubblicato, da associato, solo un volume. Ha sottoposto al giudizio della commissione un altro, ma solo in “edizione provvisoria”. Con questa formula si intende che sono state presentate solo le bozze del libro, con un isbn. Nella maggior parte dei concorsi questa pratica non viene vista di buon occhio, e le commissioni escludono il futuribile libro dalla valutazione. Questo non avviene per Martone.

Scrive Silvana Sciarra:


“Lo stile scorrevole rende agevole la lettura [dei libri], ma permane la difficoltà di individuare una chiara ipotesi di lavoro [...]. M. Martone dimostra di trattare, con spigliatezza gli argomenti prescenti e di adoperare correttamente il linguaggio giuridico, ma di dovere ulteriormente affinare il ricorso al metodo storico ed interdisciplinare. E’ auspicabile che la già acquisita maturità scientifica si consolidi ulteriormente in futuro in una produzione più diversificata”.

Traduciamo dal galateo accademico: gli studi del giovane Michel, pur nutriti da una girandola di insegnamenti a contratto, sono inadeguati per il prestigioso incarico per cui viene comunque giudicato idoneo.

Marcello Pedrazzoli esprime disagio, ma se la cava bene. Il suo giudizio durissimo restituisce Martone alla statura dei suoi 29 anni, l’età di chi, di solito, consegue un dottorato. Pedrazzoli si sofferma sulla monografia (in copia provvisoria) “Rapporti di lavoro e sistema economico”, volume di “forte ambizione e pretesa” e scrive:


“Tranne che per le parti in cui viene riprodotta la voce di enciclopedia Concertazione [...] per il restante deve constatarsi troppa improvvisazione e affrettatezza con approssimazioni nell’utilizzo del riscontro storico e comparativo, e con sovrapposizioni, se non confusioni, nell’amalgamare piani di discorso diversi”.

E si capisce. Martone ha dovuto approntare una pubblicazione in fretta e furia per consegnarla. Non ha avuto tempo di assemblarla meglio, facendo in modo da farla assomigliare ad un libro. Su questi elementi di “discutibilità, da ascrivere per così dire alla sua giovinezza scientifica” si sofferma ancor più duramente Franco Liso, una delle autorità in queste materie in Italia. Il tono è sibillino, e non nasconde il clima di tensione dentro la commissione:


“”Il candidato, che nei suoi lavori fornisce sicura prova di possedere ottime capacità al lavoro scientifico e potenzialità che gli consentiranno di arrecare importanti contributi alla nostra materia, merita di vedere riconosciute le sue indubbie qualità in un’occasione in cui la dichiarazione della sua piena maturità costituisca frutto più di una certificazione che di una aspettativa, per quanto seriamente fondata”.

Il giudizio degli altri commissari, compreso il mentore Persiani, è positivo. “Il candidato è giudicato dalla maggioranza della Commissione maturo per ricoprire il ruolo del presente concorso”.

In questo documento, si avverte l’irreversibile corsa del destino e il grande imbarazzo nel giudicare un candidato che appartiene ad una casta di intoccabili. Quello che non sorprende è il senso della predestinazione, o di ineluttabilità, che pesa in ogni riga faticosamente scritta. Al punto che, come segnalano i ricercatori della Rete 29 aprile, uno dei commissari prende le vesti dell’aruspice. E, su Michel, emette un pronostico scontato:


“Confidiamo nella sicura riuscita di tale auspicio, autorizzato da quanto fin ora il candidato ha mostrato, viene quindi per lo stesso formulato un positivo giudizio, anche prognostico, che lo rende meritevole di essere preso in considerazione ai fini della valutazione comparativa”.

Questo è il destino di Michel Martone, ricercatore di ruolo, e avvocato, a 26 anni; professore associato a 27, professore ordinario a 29, consulente della Civit presieduta da suo padre per 40 mila euro, viceministro a 38.

Come dicevamo si accettano pronostici sul suo futuro.
fonte: furiacervelli.blogspot.com

La Moneta Siciliana

La Costituzione Siciliana -lo Statuto di Autonomia della Regione Siciliana- scritta nel 1946 col sangue e i sacrifici del movimento indipendentista tra le macerie fumanti di una guerra mondiale; poi minata cinicamente da decenni di centralismo neocoloniale e di ascarismo isolano; è stata infine storicamente sepolta dall’imponente effetto domino provocato dal crollo del Muro di Berlino.
La Questione Siciliana, l’irrisolto e non prescritto problema dell’autodeterminazione del Popolo siciliano sulla propria Terra di appartenenza e di Vita, si conferma, in primis, Questione geopolitica determinata dalla oggettiva centralità strategica della nostra Isola-Nazione.
Se è la Sicilia, in ultima analisi, a “fare i Siciliani”, è chi controlla strategicamente l’Isola a determinarne identità e funzioni. Oggi siamo una colonia di Poteri Forti globali, economici e militari; e siamo “amministrati” in accomandita semplice da una casta di sciacalli locali, per conto di uno Stato commissariato e indebitato fino al collo che sta divorando il Lavoro Vivo di milioni di sudditi confusi e infelici. Dal punto di vista della “Sovranità Popolare”, peggio di così non potrebbe andare.
Con questa collocazione geostrategica dobbiamo reimparare a fare i conti, alzando uno sguardo siciliano e internazionalista sulle cose della Vita e del Mondo, tantopiù che il 30% del traffico commerciale del Pianeta passa dal “nostro” Mare, e se l’Orologio del Mondo, come sempre, cammina, è ormai l’Asia a scandirne il Tempo.
Per Noi Siciliani, oggettivamente, perfino l’Isola cinese di Hainan conta già più dello smog trafficante di Milano e delle cloache traffichine di Roma .
La secessione sociale è in atto: ci tagliano i treni? prendiamo l’aereo low cost!. Alitalia ci ha fatto pagare il pizzo per 50 anni: che fallisca!. E così via…
FFSS e RFI ci trattano come bantù? Cacciamoli!. Servono le Ferrovie Siciliane TAV per unire l’Isola e collegarla al Mondo sviluppando intermodalità e volumi.
Ponte?. Altro che Ponte dei Faraoni, una semplice Dogana ci vuole, in regime fiscale di Zona Franca Regolamentata!. Lo sosteniamo da decenni.
Le multinazionali petrolchimiche ci inquinano impunite e impunibili ed evadono impunite e impunibili le tasse che ci dovrebbero?. Blocchiamole da terra e da mare, hanno 3 giorni di…autonomia.
Cosa fanno? Ci scatenano contro lo Spettacolo neocoloniale con tutte le loro Tv e le loro squadre speciali d’assalto?. Ci siamo abituati.
Oppure ci fanno bombardare tutti dal mare?. Lo hanno già fatto, con tanto di embargo: fin dal 1860-66, quegli anglo-piemontesi che usarono nella corruzione e nel caos pianificati e poi buttarono nel cesso la falsa flag garibaldesca per tenersi la loro Mafia, nei secoli fedele: ruffiana e violenta coi Siciliani e bagascia sifilidica coi Poteri Forti di turno nonché comodo e sopravalutato alibi delle Antimaf professioniste e salottiere, perno nefasto della borghesia compradora isolana. Hic et nunc non possono rifarlo: qui e ora il Mondo c’è.
E così via…
Avete altre soluzioni?. Ce ne hanno lasciate?. Si, una c’è. Emigrare tutti: ma dove?. A Lampedusa?.
La Sicilia c’è da millenni, e il “Regno Millenario” dei Siculi, occultato dalla storiografia ufficiale, vi ha impresso un marchio indelebile: altro che “30 dominazioni”, come leggiamo ancora oggi su ignobili pubblicazioni sponsorizzate distrattamente perfino dalla stessa “Regione”, una Macchina irriformabile gestita de facto da una casta di sciacalli.
E se questa “Regione”, come Ente burocratico, è al capolinea, sia chiaro due volte che st’Italietta nata sgorbia e cresciuta a nostre spese non ci serve: non ci servono né prefetti di ferro, né commissari straordinari. Siamo noi che “serviamo” a Iddhi. Fratelli carissimi, abbiamo dato. E’ Logica, ci vorrà tempo, ma cammina da sola, sulle strade. Possono solo far travestire i nostri bambini da balilla per il 150° di una farsa…Guai ai vinti?.
Col simulacro dello Statuto del 1946 ci resta però una “Carta Morale”, un Fantasma protettivo, che leggittima -nella sua parte economica- una serie di rivendicazioni civili del Popolo Siciliano. Attuali più che mai, a dimostrazione della lungimiranza geniale dei Padri Costituenti.
In particolare, come sosteniamo da decenni, la rivendicazione della sovranità monetaria complementare, figlia del grande Avv. Guarino Amella, che tanto fece imbufalire il presidente della neonata Repubblica italiana Luigi Einaudi.
Mi riferisco, in sintesi, alla logica dell’Art.40, che ho vanamente cercato di spiegare, in questi ultimi anni, anche al presidente Raffaele Lombardo.
“Le disposizioni generali sul controllo valutario emanate dallo Stato hanno vigore ANCHE  nella Regione. È però istituita presso il Banco di Sicilia, finché permane il regime vincolistico sulle valute, una Camera di compensazione allo scopo di destinare ai bisogni della Regione le valute estere provenienti dalle esportazioni siciliane, dalle rimesse degli emigranti, dal turismo e dal ricavo dei noli di navi iscritte nei compartimenti siciliani.”.
Sorvolando su recenti neofiti della “moneta siciliana” –mi fa piacere, ma niente copyright!- mi limito a constatare che il Banco di Sicilia non c’è più, unico caso di Banca più piccola (Banco di Roma) che mangia una Banca più grande…Fino alle pianificate digestioni in Capitalia prima e in Unicredit poi, che hanno squagliato nell’acido dell’Alta Finanza padana anche le quoterelle siciliane negoziate da quello scellerato e ingenuo di Totò Cuffaro: ci dovranno chiedere perdono in ginocchio!. Lasciamo perdere. E, va da sé, i conti politici, è il caso di dirlo, vanno fatti ormai a Francoforte, con la BCE, e non nell’orto del carcere di Rebibbia ai cui fiori del male rivolgiamo semmai un compassionevole Assabbinirica, che almeno Dio, il Misericordioso, vi Benedica.
Sulla moneta siciliana complementare, socialmente orientata al welfare comunitario, la BCE  non avrebbe de jure nulla da poter obiettare. Chiedere per credere. Tantopiù che “Roma”, ormai, conta solo…debiti, e si alimenta solo di ipocrita retorica patriottarda incardinata in un surreale canovaccio euro-salvifico. Mi basta rilevare che la quota siciliana scorporata, di questo “Debito sovrano”, fino a prova contraria, sospetto non superi il 3% a fronte di un dato demografico che sfiora il 10% (altro che “Patto di Stabilità”!).
Malgrado sprechi e follie i conti pubblici siciliani sono ancora salvabili: ma solo rompendo… gli schemi, e certo non facendo levering sui debiti privati, più o meno presunti, amplificati con metodo nazi-usuraio dalla Serit, che, lo ricordiamo sempre, è una controllata della Riscossione Sicilia S.p.A., che è a sua volta in mano alla Regione Siciliana, al 60%, e all’Agenzia delle Entrate per il restante 40%. Qui Equitalia non c’è.
E, sia chiaro, questa “Regione” non è il sistema-Sicilia, ma solo un Ente, peraltro incapace di computare, a nostro credito sociale, i 9 miliardi annui storicizzati di accise su petrolio&derivati evasi dallo Stato (!) ai danni del sistema-Sicilia. Altro che “terroni parassiti”!.
Il tema, per quanto ci lavoriamo da trentanni, va certamente approfondito, tantopiù che comunque il compromesso moderato -che alimentava in Sicily una devastante macchina clientelare, sostenuto con pianificate trasfusioni del nostro stesso sangue, opportunamente infettato- ha esaurito la sua “spinta propulsiva”. Ed è finita anche questa, QUESTA, “Regione-Zombi”, immane palude burocratica e parassitaria, che si erge ormai come un nemico della Società siciliana.Ma nessuno dovrà essere lasciato solo: la moneta sociale serve a tutti.
Non sono “lamentazioni”, sono Numeri. Numeri chiari, potenti, terrificanti, tantopiù che continuano a ignorarci e denigrarci, sradicarci e drogarci, da 150 anni, da quando ci hanno invasi e annessi buttandoci fuori dalla Storia umana, riducendoci alla condizione di indiani delle riserve, sempre più rapinati ed espropriati di ogni bene faticosamente costruito.

Ora tocca alle nostre case. Gli immobili, con “la terra che accatta terra”, sono stati l'investimento standard: il core business dell'ultima sovranità residua...Quella delle Famiglie.Purtroppo, la solfa ricondita del Reich tedesco l'abbiamo sciarata, intuita, nel 1990. Ventanni persi, e qualcuno gongola ancora per l’Euro che farebbe la guerra al Dollaro…Solo i fatti contano: hanno bombardato e distrutto insieme la Libia Sovrana per impedire a Gheddafi di coniare quella Moneta aurea africana che avrebbe salvato anche noi Siciliani (e, va detto, anche l’Italia intera). Criminali!.

Avanti non possiamo andare. Indietro neanche. E manco fermi possiamo restare...
Come se ne esce?. Secondo una teoria monetaria (proposta da Georg Friedrich Knapp negli anni Venti del Novecento) è definibile DANARO qualunque titolo o cosa che un governo dichiari come accettabile nel pagamento delle Tasse.
In fondo, l'attacco alle case in cui viviamo, alle auto con cui ci muoviamo, ai servizi che siamo costretti a usare...conferisce un valore (che vorrebbero anche rivedere: nuovo catasto, aumento di accise, imposte, IVA ecc.).
In breve: sono valori, socialmente distribuiti, che il Leviatano del “Gratta e Vinci” saccheggia per dare sostanza ai suoi pezzi di carta spacciati per moneta (e ai suoi Debiti coi quali alimenta una spesa corrente necessaria alla sua stessa sopravvivenza di Gelida Macchina).

La moneta, in sè, è già sociale. Un Paese sano se la produce sulla base della sua ricchezza reale e la usa con ragionevolezza poichè ne riconosce il valore.
Il sottostante reale è la nostra ricchezza sociale, per quanto distribuita in forma asimmetrica ecc. e tutto quello che vogliamo: ma pur sempre reale.
Su questa ricchezza reale va fondata una moneta sociale. E' razionale. Irrazionali sono "Iddhi".
Ovviamente va demolito il tabù dell'indipendenza delle Banche centrali: la moneta la produce lo Stato (o la Regione virtuosa, o l'Impero...fa lo stesso) per conto dei titolari della ricchezza reale. E la immette in circolazione a costo zero, senza signoraggio, senza interessi...fatte salve le spese effettive. Ovviamente orientando lo sviluppo... la Politica esiste solo se impugna la Leva monetaria e disintegra la Leva fiscale liberando l’energia del Lavoro. Tutto il resto non è Politica, ma “Opra de Pupi”.
In verità le Tasse sono un abuso necessario ad alimentare Banche centrali che vendono pezzi di carta spacciandoli per equivalente generale. Se il Valore è sociale, la Moneta deve essere sociale.
 Al momento, la Questione Siciliana è il “non-detto” della nostra Realtà quotidiana, poiché il Popolo siciliano non ha università, partiti e sindacati di massa, chiese e massonerie, massmedia e banche ecc. che ne rivendichino e costruiscano civilmente il diritto all’Autodeterminazione. Li dobbiamo creare: Nation Building.

Mario Di Mauro-presidente dell’Istituto “Terra e LiberAzione”

fonte: movimentosicilialibera.blogspot.com

Augusta - Nuova petizione - diffida per salvare il Muscatello Avviata la raccolta delle firme nell'area industriale

Si dice no al ridimensionamento, depotenziamento, trasferimento, accorpamento e chiusura delle strutture.
I componenti del Comitato cittadino “Pro Muscatello”, hanno avviato una petizione popolare in difesa del presidio ospedaliero megarese che sarà trasmessa al presidente della Regione, all’assessorato regionale alla salute, all’Asp di Siracusa e per conoscenza ai ministri dell’Ambiente e della Sanità, alla Procura della Repubblica di Siracusa e alla Corte d’Appello di Catania.

Nel giro di pochi giorni hanno già raccolto già migliaia di firme. La petizione sarà avviata nei prossimi giorni anche nei comuni limitrofi (Melilli, Priolo e Sortino), bacino d’utenza del Muscatello.

“Col presente atto, da valere anche per ogni effetto di legge, quale formale diffida e messa in mora, richiamando il dettato degli artt. 32, 97 e 117 della nostra Costituzione, nonché i principi e le norme contenuti nella vigente legislazione sanitaria nazionale e regionale (DLG 502/92 e LR 5 del 14/4/2009) – dicono i promotori dell’iniziativa - diffidiamo le autorità competenti dal porre in essere o dar seguito ad atti o provvedimenti comportanti il ridimensionamento, il depotenziamento, il trasferimento-accorpamento o la chiusura delle strutture, dei reparti e dei presidi ospedalieri e sanitari presenti ed operanti nel comune di Augusta”.

Ne consegue la richiesta di revocare o modificare tali atti e provvedimenti (decreti regionali 25/5/2010 e 2/12/2011) e atti presupposti e conseguenti.

“Mettiamo in mora – spiegano i componenti del Comitato Pro Muscatello - le autorità competenti rispetto all’urgente ed indifferibile necessità di porre in essere o dar seguito (entro 30 giorni) dal ricevimento di questa diffida ad atti e provvedimenti comportanti il potenziamento e l’ampliamento dei presidi, reparti e strutture, onde assicurare la migliore e più adeguata risposta diagnostica-terapeutica e riabilitativa alle specifiche emergenze ed esigenze del nostro territorio ed altresì scongiurare il verificarsi di eventi dannosi per la incolumità, la sicurezza e la salute dei singoli cittadini e della collettività, fonte e causa possibili di gravi responsabilità (commissive o omissive) sul piano civile, penale, amministrativo e contabile”.

Il Comitato ricorda che da sempre affluiscono al Muscatello anche pazienti di Melilli, Priolo e Sortino. Popolazioni che sono allocate all’interno del triangolo industriale che in atto è stato dichiarato: area ad elevato rischio ambientale con decreto del dicembre 1990 e come si evince dalla relazione della Commissione Ambiente del Senato, approvato all’unanimità il 23/07/02, anche “area in piena crisi ambientale per cui si rendono indispensabili interventi legislativi e finanziari che consentano di affrontare con tempestività la drammatica emergenza”.

La stessa area industriale siracusana è stata anche catalogata “Area ad elevato rischio di incidente rilevante”, per la contemporanea presenza di tre rischi che possono determinare un gravissimo effetto domino: Bellico (base Nato e Marina Militare, depositi ed armamenti di Cava Sorciaro); Sismico ed Industriale.

L’amministrazione comunale nella riunione della tarda mattinata di ieri ha deliberato il conferimento di incarico professionale a due legali per presentare ricorso aggiuntivo a quello già in atto, contro il decreto assessoriale dello scorso 2 dicembre pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione il 5 gennaio 2012 che di fatto sancisce il trasferimento dei reparti di ginecologia, ostetricia e pediatria dal nosocomio megarese a quello di Lentini.
fonte: giornaledisiracusa.it

Foto della Settimana

Foto della Settimana

Post più popolari