Numeri che, tradotti in euro, fanno paura agli agricoltori. Critiche piovono da tutte le associazioni, da Coldiretti a Cia, Confagricoltura e Copagri. "Oggi - spiega Chiarelli - le arance dal Marocco sbarcano a Palermo a 30, 35 centesimi al chilo. Un prezzo che, grazie agli attuali dazi doganali, equivale più o meno a quelli applicati sulle arance siciliane. In futuro potrebbero arrivare a 17, 18 centesimi al chilo". Una corsa al ribasso insostenibile per i produttori dell'Isola. Discorso simile per i limoni, il cui prezzo al chilo potrebbe scendere, secondo Coldiretti, "a 15 centesimi al chilo contro i 30 attuali", e le zucchine, la cui quotazione precipiterebbe "anche a 40 centesimi contro i 90 centesimi di oggi".
Il Parlamento europeo, dopo le preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria e da alcuni settori dell'Ue, ha posto delle misure di salvaguardia per determinati prodotti sensibili, come fragole, pomodori, cocomeri e aglio. Nell'elenco non comparirebbero gli agrumi. "Sarebbe un fatto gravissimo - denuncia Chiarelli - la dimostrazione che i gruppi industriali del Nord Europa fanno lobby su quello che conviene a loro, riuscendo a difendere, ad esempio, i prodotti in serra olandesi".
La maggioranza dei politici europei approva l'accordo che, scrivono, "svolgerà un ruolo chiave per lo sviluppo economico e la stabilizzazione politica del Marocco, mentre creerà nuove opportunità per l'industria agricola della Ue". Non ci stanno, invece, i deputati dei Paesi mediterranei. In prima fila sul fronte del no, spagnoli e portoghesi. Lo stesso relatore del testo, il francese Josè Bovè, dei Verdi, contrario all'accordo, ha ritirato il suo nome dalla relazione. Mentre l'europarlamentare del Pdl, Giovanni La Via, lamenta "diverse defezioni tra i deputati italiani" al momento del voto. "Non si può difendere - accusa La Via - l'agricoltura di un Paese e di una regione a parole e poi non essere presenti al momento dei fatti".
Di "guerra tra poveri" parla Rosario Crocetta, europarlamentare del Pd, che ha votato no. "Una Germania che si scopre improvvisamente filomediterranea - afferma Crocetta - è riuscita ad imporre un accordo che favorisce le sue industrie a danno dell'agricoltura meridionale e dei consumatori marocchini". Nella risoluzione, il Parlamento Europeo si sofferma sulla necessità di "applicare rigorosamente i contingenti" e sull'obbligo per i prodotti non europei di "conformarsi alle norme dell'Unione in materia di misure sanitarie". Più controlli, dunque, anche per evitare frodi. Proprio su questi punti le associazioni di categoria chiedono, adesso, l'impegno del governo nazionale. Confagricoltura siciliana annuncia prossime manifestazioni di protesta a cominciare dall'1 marzo.
fonte: repubblica.it
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